Sondrio Rugby e Sondrio Calcio: storia, successo, futuro


2024-09-24

Che una società riesca, dopo un periodo buio, a risalire la china e riconquistare la categoria superiore è un momento memorabile, ma quando a farlo sono ben due squadre dello stesso capoluogo, allora la promozione ha qualcosa di storico.

Stiamo parlando del Sondrio Rugby e del Sondrio Calcio, le due società sportive del capoluogo che, dopo essere ripartite dal fondo, la passata stagione sono state in grado di rialzarsi tanto da conquistare rispettivamente la serie B e la serie D.

Le due realtà, guidate da Alfio Sciaresa e da Michele Rigamonti, sono state invitate durante la serata conviviale del Panathlon Club di Sondrio: dopo il doveroso ricordo di Fernando Andreassi, socio storico del Club - nonché suo Presidente nel 1971- recentemente scomparso, i soci hanno avuto modo di conoscere non solo la storia delle due formazioni, ma anche uno spaccato del movimento provinciale: per quanto riguarda il calcio - come specificato dal delegato provinciale FIGC LND Sondrio Daniele Croce, sono ben 27 le società presenti a livello locale, fra cui due femminili, con oltre 4400 tesserati impegnati in 1334 partite: tra queste 1005 per i più piccoli e 340 nazionali.

Numeri invece decisamente più contenuti per quanto riguarda il rugby: tre società, con Sondrio che si pone al "vertice", accompagnata da Sondalo e Delebio.

"Il COVID ci ha penalizzato parecchio - ha spiegato Fulvio Paganoni, coordinatore attività del rugby per la Provincia di Sondrio - essendo uno sport di contatto abbiamo avuto grosse difficoltà. Dopo la pandemia fatichiamo a fare tutte le squadre che realizzavamo prima: se un tempo potevamo schierare quasi tutte le categorie, oggi siamo costretti a ricorrere alla collaborazione - ha continuato Paganoni -che in realtà non è un fattore negativo, anzi. Ciò che le rende complesse sono purtroppo le distanze tra le varie società."

I numeri quindi sembrano penalizzare la palla ovale, ma i risultati non dicono altrettanto: il movimento sotto questo punto di vista è in gran spolvero, con tanto di squadra femminile.

"Il rugby non è solo gioco, ma è anche una questione di legami tra i componenti che risultano fondamentali nel gioco stesso - ha poi precisato il responsabile provinciale -se non c'è il senso di squadra non si va da nessuna parte. Abbiamo una prima parte che prepara al gioco - ha precisato il responsabile -poiché il nostro sport prevede un forte impatto fisico che impegna molto sull'allenamento."

Tutt’altra storia, ma stesso destino – come recitava la maglia sfoggiata durante la promozione – per la Nuova Sondrio Calcio: la società, risorta dalle sue ceneri, è stata recuperata in corner dall'imprenditore Michele Rigamonti, quando ormai sembrava tutto perduto: "Posso considerarla una pazzia quella di aver ripreso una società senza giocatori, che tra l'atro ripartiva dalla Promozione - ha esordito il Presidente Rigamonti - ma se oggi siamo dove siamo è solo grazie al direttore sportivo Cristian Salvadori, che fin da subito ci ha creduto e abbiamo avuto ragione. Le polemiche sui pochi giocatori valtellinesi? In realtà li abbiamo chiamati perché erano oramai tutti fuori provincia, ma nessuno ha risposto presente -chiarisce Rigamonti - abbiamo così ingaggiato molti argentini per costruire la rosa e devo dire che si nota subito che hanno "fame" di vittoria, ma non perché siano più preparati, ma perché hanno alle spalle situazioni familiari dure e di povertà."

Il Presidente biancoazzurro ha ribadito che non è stato semplice partire da zero e fare ritornare i ragazzi che se n'erano andati dalla vecchia società, ma che ora si sta cercando di creare le basi per un movimento che sia il più possibile solido.

"Non deve essere la squadra di Michele Rigamonti - ha poi rimarcato -ma la squadra della provincia: da solo non vado da nessuna parte: basti pensare che il Desenzano, formazione militante in serie D, ha una rosa che vale 2 Milioni di euro, la nostra solo 500 mila. La squadra è aperta - ha concluso i il Presidente Rigamonti - abbiamo bisogno del sostegno di tutti, e sognare costa poco. "

E proprio nell' ottica di far crescere questo senso di appartenenza alla società, quest'anno il campionato lo si potrà vedere in diretta TV: è bello rivedere tanta gente allo stadio - ha sottolineato il direttore sportivo Salvadori - all'inizio non è stato semplice, ma poi insieme abbiamo fatto un lavoro incredibile. C'era bisogno proprio di una rivoluzione culturale, che effettivamente c'è stata, basti pensare alle 2000 persone che sono accorse alla Castellina per la partita decisiva contro il Mapello. È stato qualcosa di incredibile. Sapevamo di partire con difficoltà - ha proseguito - ma la serenità che ci ha permesso di arrivare fin qui spero ci possa mantenere il posto in categoria." E con l’augurio da parte del Presidente del Panathlon Club Luigi Azzalini che la squadra possa essere ‘una forza del ciclone’, proprio come recita l’inno del Sondrio Calcio, la ‘palla’ è passata a quella ovale con il Sondrio Rugby e il suo Presidente Alfio Sciaresa, che ha ripercorso il difficile cammino affrontato in questi anni, rinunciando volontariamente alla serie B a causa delle difficoltà sopraggiunte dopo il Covid: “Non avevamo le condizioni né un numero di giocatori adeguato per affrontare il campionato superiore – ricorda il Sciaresa, già premio Panathlon nel 1991 – basti pensare che il 50% degli addetti se n’era andato. Abbiamo così deciso di retrocedere, ma in questi ultimi anni la formazione è maturata parecchio e siamo riusciti a riconquistare quello che già ci apparteneva. È difficile fare queste cose in Valtellina – ha proseguito -perché gli spostamenti sono tanti e i ragazzi, a 19 anni, vanno in università e non tornano a Sondrio per giocare. Non vogliamo però cercare fuori provincia – ha puntualizzato Sciaresa - lo facciamo solo per gli allenatori, perché qui, essendo un luogo ‘fuori dal mondo’, gli italiani chiedono troppo.”

Il Presidente del Sondrio Rugby è convinto che la Valtellina, nonostante le difficoltà, potrebbe avere grosse possibilità: non a caso, come primo investimento, ha pensato di realizzare il nuovo campo sintetico e la cosiddetta ‘casa del Rugby’, dove si è svolta la cena conviviale, a suo avviso strutture fondamentali per la crescita del movimento: “Le piccole realtà possono esprimere progetti grandi come questo – ha evidenziato Sciaresa – anche se i costi di manutenzione per il sintetico sono piuttosto ingenti, basti pensare che negli ultimi 4 anni sono stati spesi 100 mila euro.”

E che un movimento come questo possa far bene a tutto il territorio lo ha ribadito a fine serata il delegato provinciale del settore calcio Croce, precisando che “si deve dare una moderna e adeguata risposta alle domande che ci inviano gli associati”, sottolineando la necessità di ristrutturarsi e collaborare insieme, senza campanilismi, per fare crescere i ragazzi in modo sano e dare la possibilità ai migliori di proseguire.

Elisa Compagnoni

Foto della serata

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